Immaginate Le regole del delitto perfetto meno kitsch e aggiungete una delle sceneggiatrici di Skins: in poco avete fra le mani quello che potrebbe diventare in breve una serie tv cult per teen ager e non.
Immaginate Le regole del delitto perfetto meno kitsch e aggiungete una delle sceneggiatrici di Skins: in poco avete fra le mani quello che potrebbe diventare in breve una serie tv cult per teen ager e non.
Non è al momento una stagione fatta di grandi novità in fatto di serie tv, e in molti puntano su Big Little Lies, la nuova produzione della HBO partita il 19 febbraio – 7 gli episodi – con nomi mica da ridere in prestito dal mondo del cinema e della buona televisione.
A volte, non sempre, un film deve essere inserito nel suo contesto storico sociale; come è accaduto per The Imitation Game, che parlava nel 2014 – anno importante per i diritti civili – di come la storia non sia stata generosa nei confronti di un genio della matematica gay, Il Diritto di Contare (Hidden Figures) compie più o meno la stessa parabola, ma con le donne afroamericane.
Se non ne avete ancora sentito parlare non temete, siete ancora in tempo per vedere Skam e per appassionarvi al teen drama che negli ultimi mesi pare essere una delle cose più innovative in televisione.
Taboo è la mini serie tv con e di Tom Hardy – scritta insieme al padre e a Steven Knight – per la BBC One il cui primo episodio è andato in onda il 7 gennaio 2017.
Michelle Dockery deve aver pensato che per levarsi di torno la pesante eredità di Downton Abbey non le restava che impersonare un personaggio in completa antitesi con la sofisticata Lady Mary.
L’ho sempre difesa; certo la prima stagione di Sense8 non era perfetta, ma la serie tv delle Sorelle Wachowski aveva riportato un po’ di quella coralità sentimentale in tv che ci era così mancata, senza contare alcuni episodi davvero memorabili.
Dimenticate le recensioni dogmatiche, e i giudizi netti: The OA ha messo in crisi tutti. Dai pomposi critici americani all’amico intellettuale che ha sempre un’opinione su tutto.
Vogliamo concederci il lusso di sognare, vogliamo alimentare la speranza, e chissà se il Dio delle serie tv ascolterà questa preghiera.
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