Fringe serie tv. The road so far – Una quarta abbondante? Forse più avanti.

FRINGE SERIE TV 4 STAGIONE
(SPOILER ALERT: se non sei in pari con la programmazione statunitense di Fringe non leggere questa recensione)
Amici, appassionati, seguaci…è dal Regno di Mezzo che vi scrivo. Un terribile Purgatorio nel quale siamo stati tutti confinati da quella mente torbida e geniale di J.J. Abrams.
Un intermezzo che ci costringe a posticipare di ben 8 giorni la nostra addiction (la quinta puntata sulla FOX americana tornerà il 28 Ottobre). Costretti a buttarci nei forum americani in cerca di immagini in anteprima, clip video. Qualsiasi cosa ci parli di Olivia, di Walter, di Peter. Ma quel che scoviamo non è mai abbastanza.
Qui a Roar siamo abituati a viziarvi con specialità, cotillon e delicatessen. Stavolta vogliamo ricordare con voi sin dove siamo arrivati. Giusto per farci un’idea di dove questa serie ci sta portando. Con enormi aspettative, peraltro. Come Dante Alighieri abbiamo attraversato selve oscure fatte di paradossi temporali, universi paralleli e persino di soul magnets. Continuiamo fedeli a seguirla, ci affidiamo al sommo genio succitato e andiamo avanti.
RICAPITOLIAMO- la terza stagione si era conclusa magnificamente con:
a) l’incontro dei due universi
b) la conseguente collaborazione della Squadra Universo Blu + Squadra Universo Rosso e soprattutto
c) la scomparsa di Peter da entrambi.
FRINGE 4X01- Già dalla prima puntata (4×01 – Neither Here Nor There) capiamo che gli universi non si sono completamente fusi insieme, ma hanno uno speciale ponte situato nella base super segreta sotto la Statua della Libertà. E sin qui, tutto bene. Il problema è che i nostri impiegano la maggior parte dei loro sempre-troppo-pochi 40 minuti di azione per cercare di catturare una nuova razza di mutaforma, che succhiano tutto il ferro dalle loro vittime.
Un po’ fiacco, come inizio. Ma qualcosa di succoso, J.J., ce lo dà. Non mi dilungo sulla grama vita che sia Olivia che Walter stanno conducendo senza la forza e l’amore di Peter. “Chi?” Appunto. Restiamo, invece, sul giovane Bishop. In realtà scopriamo che ci sono delle tracce di lui che stanno “bleeding through” (rifiuto traduzione perché è troppo perfetto così).
Per evitarlo il nostro amico watcher si reca in un negozio e chiede un pezzo specifico del tubo catodico. «A che ti serve, scusa?» gli chiede il robivecchi e il nostro pelatino risponde: «Devo cancellare una persona dal tempo». Epic win, vale tutta la puntata.
Altro elemento che ci fa ben sperare nella quarta stagione è che le famose “tracce di Peter” sono piuttosto evidenti. Prima di tutto perché vediamo Peter comparire almeno tre volte per mezzo secondo, come fosse un fantasma. E poi perché anche il povero Walter comincia a vederlo riflesso negli specchi e in un televisore spento, non riconoscendolo naturalmente.
FRINGE 4X02- Nel secondo episodio il tono non sale. Anzi va giù che è una bruttezza. L’episodio (4×02 – One night in October) racconta di un serial killer che ruba i pensieri felici dal cervello delle sue vittime, utilizzando apparecchiature tipiche dell’universo rosso. La chicca è che il s.k. verrà catturato dai nostri grazie all’aiuto del suo alternativo dell’universo blu, uno psichiatra. Buonissimo, naturalmente. Puntata nauseante e noiosa. Non fosse per il nostro Walter, che copre tutte le superfici riflettenti impaurito da quell’uomo “sconosciuto”. Ora lo scienziato sente anche la voce di Peter, che lo chiama e gli chiede aiuto. Walter affronta il tutto alla Walter: si fa un cocktail di droghe e si sballa con Mozart. Mito.
FRINGE 4X03- Siamo al terzo episodio (4×03 – Alone in the world) e finalmente Walter Bishop ha una puntata tutta per sé. Il titolo è “eclatantemente” esplicativo. Si parla della sua estrema solitudine, del suo stato liminale tra realtà e follia. Si parla di Walter in quanto “padre orfano” e, ancora una volta, si parla di Peter come collante, non solo dei due universi, ma di quei due mondi interiori del piccolo grande Walter.
L’episodio narra di un misterioso fungo collegato alla mente di un ragazzino che finirà per minacciare la vita del giovane. Inutile dire quanto il ricordo del piccolo Peter sia evidente fin dall’inizio. Walter salverà il simil-Peter, instaurando un rapporto profondo con lui. Sconvolto dalle emozioni della giornata, Walter cercherà di praticarsi un’auto-lobotomia per “togliersi dalla testa” lo sconosciuto che continua a tormentarlo. Fortunatamente Olivia lo fermerà in tempo svelandogli che anche lei da tre settimane vede un uomo nei suoi sogni. Olivia mostra un identikit tracciato a matita, Walter lo riconosce e con questa faccia dice: «I’m perfectly sane!». Questi momenti ci ricordano perché amiamo Walter.
Nel finale dell’episodio Walter ha quindi la “prova” che Peter non è solo nella sua testa ma, quanto meno, anche in quella di Olivia (che con tutto quel cortexiphan non è che sia proprio a posto, ma vabbè) ed esclama un bellissimo “we have to find him!”. Classico cliffhanger alla Fringe, classico Walter. Un ottimo classico.
FRINGE 4X04- Giungiamo, ahimé, al quarto episodio. Questo (4×04 – Subject 9) è stato il più deludente tra tutti quelli della quarta stagione, diciamolo. Prima di tutto ritornano i bimbi-Cortexiphan, gli ex colleghini di Olive.
Ci mancavano? Proprio no. Sono tornati pure con una scusa appiccicata lì. È infatti solo una banalità per introdurre Peter. Ci aspettavamo un ingresso trionfale del buon P.B., invece no. E’ talmente ben camuffato che Olivia e Walter lo scambiano per un potere di uno specifico bimbo-Cortexiphan. E che forma avrai mai preso il vecchio Peter? Il compianto figlio di Walter emergerà sotto forma di massa di energia blu che attira gli oggetti metallici. Seriously, dude? Dopo che l’abbiamo visto riflesso per 3 puntate, ora me lo trasformi in uno sferoide di energia? Non ci siamo.
Mica finisce qui. Dalla massa di energia sbuca fuori il buon Peter, “senza addurre motivazioni plausibili”. Per magia. Molto poco Fringe, questo vile escamotage, che suona più come un “facciamolo apparire subito che gli ascolti sono in caduta libera”. Peter ritorna ed è sempre lui con i suoi ricordi. È il figlio di Walter, è innamorato di Olivia, è nella sezione Fringe. Il punto, forse, interessante è che nessuno lo riconosce. È così che si conclude questo quarto episodio. Con la faccia interrogativa di Olivia, che non sa che ha davanti l’amore della sua vita.
Potrebbe succedere qualcosa di molto Fringe in tutto questo, me lo sento.
In conclusione amarezza, delusione, ma tanta speranza per il futuro. In fondo, siamo tutti dei believers e la speranza…