Resurrection – Serie tv. Avete presente Les Revenants? Ecco..
Leviamoci subito il dente: Resurrection potrebbe sembrare senza alcun dubbio un clone/remake de Les Revenants, e come darvi torto: la nuova serie tv della Abc ha assolutamente lo stesso soggetto e le stesse tematiche della perla francese di Canal +.
Detto questo gli argomenti per il plagio finiscono qui: Resurrection, a suo dire, si basa sul libro di Jason Mott The Returned uscito proprio nel 2013. Per Les Revenants ci si è basati invece su Quelli che ritornano di Robin Campillo, uscito nel 2004. Se qualcuno ha copiato è stato quindi Jason Mott, e il network ha poi semplicemente vissuto di rendita. Date le dovute “colpe” capiamo fino a dove si spingono le similutidini.
RESURRECTION – DA DOVE SI PARTE
Non siamo qui nelle montagne francesi, ma in un piccolo paesino chiamato Arcadia del Missouri; qui ritorna Jacob, bambino di 8 anni ritrovato in un villaggio rurale cinese, sospettato di essere stato rapito. Il bambino, accompagnato dall’ufficiale dell’immigrazione impersonato da Omar Epps, ovvero il Foreman di House, non è stato rapito: come i suoi vecchi genitori avranno modo di spiegare all’agente, Jacob è morto 32 anni prima, annegato in un fiume. Chi è quindi il bambino? Un impostore o è “semplicemente” resuscitato?
FACCIAMOCI DEL MALE – RESURRECTION vs LES REVENANTS
Se proprio vogliamo farci del male si potrebbe partire dai punti in comune con Les Revenants: il modo in cui vengono accolti i non morti, prima diffidenza poi con gratitudine, la scelta di iniziare a parlare dell’argomento con un bambino (ne Les Revenats era un’adolescente se proprio dobbiamo essere precisi) e il disvelamento dei misteri del passato proprio grazie al ritorno.
In Resurrection, rispetto al collega francese, per il momento ci si concentra più su un microambiente, quello della famiglia Langston, che oltre al piccolo Jacob perde nello stesso incidente di 32 anni prima anche la moglie del fratello del padre, lo sceriffo.
In realtà la serie è anche godibile, ma sono due gli errori fondamentali commessi:
1. Che cavolo ci sta a fare ancora l’agente dell’immigrazione lì? Una volta che accompagna Jacob a casa decide di rimanere ad Arcadia e controllare come le cose si evolvano. Perché? Che ci fa lui lì? Perché la famiglia non gli dice di farsi i fatti propri? Non ha un lavoro? Come pensano di giustificare la sua permanenza per una stagione intera? O per due?
2. Tutto e subito. Come da qualche tempo si conviene, non c’è molto spazio al disvelamento graduale dei misteri e dei colpi di scena. La televisione americana ha il vizio di passare dal petting all’orgasmo così, senza che il pubblico se ne accorga. La storia di Jacob che torna dall’oltretomba potrebbe riempire benissimo una puntata, no? E invece nel pilota già si lascia intendere che c’è qualcun altro che sta ritornando e che nella storia della morta di Jacob e della zia affogati nel fiume, c’è qualcosa di poco chiaro.
Il mio consiglio? Se non lo avete visto fatevi un’immersione in Les Revenants: le atmosfere sono di gran lunga migliori, sicuramente più cinematografiche, e le storyline più interessanti. In più non si commettono di 2 errori di cui sopra.
Detto questo per il momento la serie se la batte con Believe in quanto “serie tv con del potenziale, ma che molto probabilmente finirà in vacca”.