The Handmaid’s Tale. La serie tv che 2 anni fa non ci avrebbe fatto così tanta paura

Forse non esiste momento migliore per la trasposizione in tv del romanzo di Margaret Atwood Il Racconto dell’Ancella (The Handmaid’s Tale).
Il libro distopico datato 1985 è ora, più che mai, di un’attualità disarmante. Sono passati più di 30 anni, ma se una cosa le donne hanno capito in questo 2017 è che le certezze possono venir meno in qualsiasi momento e che l’uguaglianza di genere è un’utopia.
E allora la serie tv The Handmaid’s Tale (Hulu) non solo porta dopo anni il romanzo della Atwood in televisione (esiste anche un film del 1990 di Volker Schlöndorff), ma rivisita con cura – e con più crudeltà – alcune parti del racconto, espandendolo dove necessario, e rendendo tutto ancora più terrorizzante.
Non a torto in molti parlano di puro horror, e vista la struttura degli episodi e il forte aspetto onirico, non si sbaglia.
The Handmaid’s Tale Serie Tv – La Trama
Offred (Elisabeth Moss, Mad Men) è un’ancella, ovvero nello stato di Gilead, i nuovi Usa, è una donna da riproduzione. L’umanità è stata afflitta dalla piaga del calo delle nascite: molte donne non sono più fertili e i bambini nati muoiono o nascono con problemi di salute. Offred è ancora in grado di avere bambini, per questo non è mandata nelle Colonie a raccogliere rifiuti tossici, e sarà assegnata a un Comandante e a sua Moglie (che non può avere figli) per concepire il loro bambino.
Le donne nella società attuale hanno perso tutti i loro diritti: non possono leggere, lavorare indipendentemente – solo in casa, come tutrici e nelle Colonie – non possono avere un conto in banca e sono al completo servizio di uomini e del nuovo regime votato ai “valori tradizionali”.
The Handmaid’s Tale – Dal libro alla serie tv
The Handmaid’s Tale decide di sposare solo uno degli stili narrativi del libro della Atwood: declina tutto all’onirico e già nei primi episodi sviscera molto di quello che viene raccontato nelle più di 200 pagine de Il Racconto dell’Ancella.
I primi tre episodi sono abbastanza indicativi della piega che prenderà lo show: i personaggi sono quelli del libro, le linee narrative anche, ma vengono inseriti episodi aggiuntivi rispetto a quelli del romanzo.
Ad esempio la linea narrativa di Ofglen (Alexis Bledel) si espande notevolmente, diventa molto più cruenta ed è addirittura centrale in un episodio.
Quello che non collima fra libro e serie tv è semplice: The Handmaid’s Tale è sostanzialmente un diario per la Atwood, ciò presuppone la totale soggettività delle esperienze e della conoscenza da parte del narratore, in questo caso Offred, un’ancella. Il racconto televisivo, invece, va oltre e ci mostra anche quello che succede oltre alla memoria della protagonista, dandoci a volte molte più informazioni
Un altro tratto che viene totalmente stravolto – e qui è chiaro l’intento degli sceneggiatori di tralasciare il tema – è la questione razziale. Uno dei dati che più volte viene rimarcato nel romanzo è non solo la paura che non nascano più bambini, ma che sia la razza bianca caucasica a indebolirsi senza una nuova generazione.
Questo ci fa intravedere nel romanzo qualche retaggio dei nazionalismi della Seconda Guerra Mondiale, che qui vengono abbandonati forse perché scomodi da portare in televisione o troppo ingombranti dal punto di vista narrativo. Nel romanzo della Atwood, ad esempio, si parla distintamente di come gli ebrei siano stati allontanati dalla Repubblica, cosa che al momento non viene toccata nella serie tv.
C’è d’altro canto un focus sull’omosessualità che nel libro c’è, ma non è centrale: Moira (interpretata da Samira Wiley, Orange is The New Black), l’amica di Offred/June, è gay sia nella serie tv che nel libro; Ofglen, invece, lo diventa solo nella serie tv – nel libro non si parla delle sue preferenze sessuali – cosa che mette un secondo e importante accento nello show, che al dire il vero rafforza la sensazione di paura e ingiustizia.
Cosa ci fa paura oggi de Il Racconto dell’Ancella
La serie tv per il momento riesce bene in due cose: a rendere più attuale un libro che ha comunque più di 30 anni – nonostante la straordinaria modernità de Il racconto dell’Ancella – e a farci sentire tremendamente in pericolo.
La tensione è qui uno dei motori portanti della serie tv: i lunghi piani sequenza, le musiche inquietanti e la paura della morte o della punizione corporale imminente. Insomma un incubo ad occhi aperti, che passa dal totale annullamento dell’individualità e della volontà – femminile in primis – grazie alla suddivisione in caste che agiscono l’una contro l’altra.
E forse proprio Trump, la Brexit e l’ascesa degli estremismi di destra ha reso ideale il clima per la trasposizione televisiva di un romanzo talmente inquietante.
Come dicono le protagoniste “tutto è cambiato poco alla volta” oppure “quando hanno annullato la Costituzione non ci siamo svegliati”; la Repubblica nasce quando lo stato Marziale viene istaurato a seguito di attentati terroristici apparentemente randomici e del crescente clima di paura. Suona qualche campanello d’allarme vero?
Fosse stato trasmesso nell’epoca dell’Europa Unita e di Obama, The Handmaid’s Tale ci avrebbe fatto meno paura e sarebbe apparso senza dubbio meno profetico…
Ps: Attualmente Il racconto dell’ancella della Atwood non è disponibile né in Ebook, né in versione cartacea. Pare ci sia in previsione una ristampa verso agosto 2017, sempre dalla casa editrice Ponte alle Grazie.